Sono Fabio de Jorio, avvocato del Foro di Roma.
Mi rivolgo ai cittadini, alla gente, al popolo in un momento difficile, drammatico della ns. storia: vorrei che tutti voi sappiate che, alcuni giorni or sono, ho portato all’attenzione delle Procure della Repubblica del ns. Paese l’esposto – denuncia nei confronti dei componenti del Governo italiano, in particolare del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e del Ministro della Salute Roberto Speranza, dei responsabili della Repubblica popolare Cinese e di altri soggetti, chiedendo alla Magistratura penale di esprimere la sua valutazione sulla sussistenza dei reati di epidemia colposa e di omicidio colposo plurimo rinvenibili, a mio avviso, nella gravissima sottovalutazione della Pandemia di COVID 19 che ha sconvolto le nostre vite.
In effetti, non si è trattato di tragica fatalità, come in tutti i modi vogliono farci credere: il Governo ha omesso di assumere, ovvero ha posto in essere tardivamente ed in modo inadeguato le misure che il caso imponeva, consentendo che la epidemia dilagasse nella nostra Italia, con le conseguenze drammatiche che tutti noi abbiamo tristemente appreso dai mezzi d’informazione e che tante Famiglie sono state costrette a subire: ammalati gravissimi appesi ad un tubo, contagiati abbandonati a se stessi, confinati nelle loro abitazioni in attesa di essere sottoposti ad un test che non è mai arrivato, famiglie intere separate dai loro cari, senza poterli più abbracciare, private finanche della possibilità dell’ultimo saluto, ospedali al collasso, con personale, medici ed infermieri, allo stremo e senza adeguati mezzi per far fronte ad un nemico invisibile, implacabile che avrebbe dovuto essere affrontato in ben altro modo.
Sì, perché se il Governo avesse chiuso le frontiere del ns. Paese, ovviamente bloccando tutti i canali, quelli via aerea, via mare e terrestri, comprese le ormai note “triangolazioni” dei voli (dunque, non solo di quelli “diretti”, come avvenuto, ma anche di quelli che fanno uno o più scali, con destinazione finale l’Italia) a coloro che provenivano da dove tutto ha avuto origine, fin da quando l’Epidemia è stata comunicata dalla Cina all’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 31 dicembre 2019, tutto questo si sarebbe evitato, o sarebbe avvenuto in modo MOLTO, MA MOLTO PIU’ LIEVE, risparmiando la vita di migliaia di Italiani e tutto quello che è accaduto in questi interminabili mesi di dolore, angoscia e sconforto.
E la cosa più eclatante, quella che mi è balzata immediatamente agli occhi, dopo avere letto – in argomento – studi e pareri della scienza medica ed epidemiologica, è stata la semplicità della ricetta per contenere il virus: isolamento e quarantena, assoluto distanziamento tra le persone ed uso di mezzi protettivi (mascherine e guanti) da parte di tutta la popolazione. Ecco perché, non essendo stata adottata, colpevolmente, la misura della chiusure delle frontiere, era imperativa quella della quarantena per chiunque fosse arrivato in Italia dalle zone a maggiore densità di contagio.
Assumere questi provvedimenti era DOVEROSO per chi ha la responsabilità di assicurare la salute di 56 milioni di persone ed essendo ben noto in medicina che l’arma più efficace per evitare gli effetti di una Epidemia, tanto più ove non perfettamente conosciuta, è la prevenzione, i provvedimenti sopra indicati DOVEVANO ESSERE ASSUNTI NON APPENA RESA NOTA LA ESISTENZA del COVID 19, perché il RISCHIO di conseguenze DRAMMATICHE, DISTRUTTIVE, ove si attenda, E’ ENORME E CONCRETO.
Non sono io a sostenerlo. Il dott. Raniero Guerra, membro della direzione dell’OMS, in una intervista al quotidiano il Sole 24 Ore, del 29 marzo 2020, ha affermato: “Nel momento in cui vi è stata la dichiarazione di emergenza sanitaria internazionale da parte dell’OMS probabilmente si sarebbero dovute prendere misure conseguenti DRASTICHE, ma c’è un problema di accettabilità sociale”. Ma detta considerazione non doveva assolutamente prevalere su quella che era l’UNICA, DOVEROSA NECESSITA’, IMPEDIRE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS, QUANTO MENO CONTENERLO IL PIU’ EFFICACEMENTE POSSIBILE, costi quel che costi, perché NON si può consentire la morte di decine di migliaia di persone, in NESSUN CASO.
Mi sono chiesto, dunque, applicando detto principio generale al caso del COVID 19, quali fossero gli spartiacque temporali che si sono posti dinanzi il Governo e che dovevano essere assolutamente rispettati, sotto pena, in difetto, della capillare diffusione del virus e delle drammatiche conseguenze che ciò avrebbe comportato, poi in effetti verificatesi appunto per l’assenza delle misure di prevenzione e la tardività con la quale sono stati varati, peraltro parzialmente, provvedimenti idonei al contenimento della Epidemia.
La prima data è quella del 31 dicembre 2019, quando l’OMS dirama alla Comunità internazionale quanto riferito dalla Cina in ordine alla presenza sul proprio territorio di un virus di origine sconosciuta in grado di propagarsi rapidamente e con conseguenze anche mortali. Governanti dotati di buon senso si sarebbero allarmati ed avrebbero posto in essere i provvedimenti di prevenzione sopra indicati perché è ben noto alla scienza epidemiologica che la migliore (rectius, l’unica) cura per evitare il diffondersi della Epidemia è impedire il contatto delle persone con coloro che potrebbero già essere contagiati (così i viaggiatori che provenivano dalle zone della Cina in cui il virus si stava diffondendo).
Come ha autorevolmente affermato il Prof. Emanuele Nicastri, “C’è un solo modo per gestire le malattie infettive … Basta leggere Manzoni, Camus: le malattie infettive le abbiamo gestite con la quarantena dei contatti e l’isolamento dei casi. Non ci siamo inventati assolutamente nulla solo che nel nostro modo così diverso di vivere rispetto a prima ci sembra qualcosa di strano … E il segreto è sempre questo: quarantena, isolamento, diagnosi precoce dei contatti e identificazione degli stessi in maniera da poterli contenere. Come abbiamo trattato la Peste nel Medioevo, la modalità di gestione è rimasta la stessa” (dalla intervista resa dal Prof. Nicastri al quotidiano il Messaggero di Roma in data 12 aprile 2020): i ns. governanti lo sapevano bene, ma hanno lasciato che tutto andasse avanti come se nulla fosse, fino a quando non si sono trovati dinanzi all’irreparabile.
Ma, immediatamente dopo, numerosi sono stati i giorni e gli eventi che avrebbero dovuto indurre il Governo ad agire con la massima rapidità: così il 20 gennaio 2020 quando il precipitare della situazione, con il sistema sanitario al collasso, ha reso necessaria la costruzione di due ospedali a Wuhan, il primo realizzato in solo 10 giorni, per ospitare ben 5.000 malati di COVID 19 o ancora, tre giorni più tardi, il 23 con l’isolamento TOTALE di una intera regione, lo Hubei: oltre 60 milioni di persone vengono rinchiuse nelle loro abitazioni con divieto di uscire, se non per cose assolutamente necessarie e con l’uso di mascherine e guanti, prevedendo l’applicazione di sanzioni severissime per la violazione del blocco. Non preoccupano i ns. vertici neppure i due cinesi (guarda caso provenienti da Wuhan) che, il 29 gennaio 2020, vengono ricoverati in gravissime condizioni all’ospedale Spallanzani di Roma, affetti dal virus, e neppure si considera il fatto che hanno viaggiato, in compagnia di altri loro connazionali, per mezza Italia, venendo a contatto con centinaia di persone!! Neppure il 30 gennaio, quando l’OMS dichiara l’Epidemia di COVID 19 di carattere internazionale, il Governo italiano si attiverà per assumere i provvedimenti necessari ad evitare che il virus arrivi nel ns. Paese e, ove già presente, di contenerne il diffondersi in modo efficace: viene dichiarato lo stato di emergenza al quale non fa seguito, però, alcun provvedimento concreto se non quello della sospensione dei voli dalle zone a rischio della Cina, ma solo di quelli diretti, ben consci che con gli scali intermedi in qualsiasi altro Paese, quel divieto non aveva alcuna effettiva utilità, era solo fumo negli occhi per 56 milioni di persone: siamo stati turlupinati da politici senza scrupoli!!
Si sono persi, dunque, ben 30 giorni, nonostante la minaccia fosse seria e concreta ed, anzi, nonostante vi fosse la certezza, almeno da alcuni giorni prima del 29 gennaio, che il virus già circolava in Italia. A quel punto, chiunque si sarebbe atteso che, alla prima ulteriore avvisaglia, il Governo si sarebbe comportato da buon padre di famiglia ed avrebbe assunto le misure necessarie. Ed invece … il 15 febbraio si rileva l’ormai notissimo paziente “1” a Codogno, il 17 febbraio viene data contezza dei primi contagi, ben 17, in Lombardia ed Emilia Romagna, il 21 febbraio il primo morto (ufficiale) e l’unico provvedimento assunto dal Governo è il blocco di alcuni paesi lombardi … misura non tanto insufficiente, quanto INUTILE. Intanto il bollettino della Protezione civile scandisce, giorno dopo giorno, la catastrofe che si sta abbattendo sul ns. Paese: il 15 febbraio 2020, solo un caso di contagio, il 21 febbraio 17 casi e il primo morto, il 25 febbraio, dopo solo 4 giorni, 322 contagiati, di cui 35 in terapia intensiva e 10 morti, l’1 marzo 1577 contagiati, di cui 140 ricoverati in terapia intensiva, e 34 morti, il 5 marzo 2020, 3858 casi, di cui 351 in terapia intensiva, e 148 morti, il 10 marzo, oltre 10.149 contagiati, di cui 877 in terapia intensiva, 631 i morti, l’11 marzo, data di firma del DPCM che adotta i provvedimenti di blocco totale, entrati in vigore il giorno successivo, si registrano, dall’inizio della Epidemia, 12462 contagiati, di cui 1028 in terapia intensiva e 827 morti distribuiti in quasi tutte le Regioni italiane; si è passati da un solo contagio il 15 febbraio a ben 12462, 25 giorni dopo: il Governo ha atteso, colpevolmente, che il virus si diffondesse in maniera capillare PRIMA di assumere provvedimenti adeguati, questa è la drammatica VERITA’.
Che occorresse agire immediatamente è la valutazione di quasi tutti gli studiosi e della scienza medica ed epidemiologica: così il parere di Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene generale ed applicata dell’Università di Pisa e responsabile del coordinamento per le emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, il quale afferma:
“non è il clima più mite che ha salvato finora le regioni meridionali. Il merito invece è sicuramente del ritardo con cui il virus è arrivato al Sud. Nel frattempo è intervenuto il lockdown ed è stato fondamentale … Poi si sa il lockdown E’ TANTO PIU’ EFFICACE QUANTO PIU’ PRECOCEMENTE INTERVIENE”.
Dinanzi detto quadro le uniche misure assunte PRIMA dell’11 marzo, sono la celebrazione delle partite di calcio senza pubblico alla fine di febbraio, ma si lascia svolgere con 60.000 persone presenti allo stadio Atalanta Valencia, e il 4 marzo la chiusura delle scuole; solo l’8 marzo viene chiusa la Lombardia, ma facendo trapelare la notizia e così inducendo migliaia di lavoratori e studenti del Sud ad assalire i treni per tornare ai Paesi di origine, con il risultato di esportare il virus ovunque e di consentire la indiscriminata diffusione del contagio nelle stazioni, all’interno dei treni stessi, tutti stracolmi di persone in fuga, senza alcun mezzo di protezione: questa è la ENORME responsabilità che ha l’intero Governo, oltre che la Cina che, tacendo la gravità del virus, la facilità della sua trasmissione ed il fatto che lì era presente fin dal mese di novembre 2019, forse anche da prima, ha indotto i ns. vertici a sottovalutare le potenzialità del COVID 19, contribuendo alla tardiva assunzione delle misure necessarie.
A disastro avvenuto, il 12 marzo, finalmente si impone la chiusura (che verrà completata solo il 23 marzo), ma è tardi, troppo tardi, per evitare migliaia di morti, di contagiati, di ammalati … troppo tardi per chiudere “solo due settimane”, come ha predicato Giuseppe Conte, troppo tardi per impedire che figli e nipoti perdano i loro padri e nonni, che le memorie storiche di città e paesi meravigliosi come Bergamo, Lecco, Brescia, Lodi e tanti altri siano cancellate brutalmente, per sempre, che le spoglie mortali delle Vittime siano portate nella nuda terra all’interno di camion militari che sfilano uno dietro l’altro, che i medici siano costretti a decidere chi curare e chi no: Conte, Speranza, Azzolina e tutti gli altri membri del Governo DEVONO rispondere della catastrofe umanitaria, della strage che hanno contribuito a produrre, non si può opporre la tragica fatalità, il fatto che “nessuno poteva immaginare”. Queste affermazioni sono pretestuose. Infatti, era prevedibile quello che sarebbe accaduto: lo dicono gli esperti, gli studiosi, lo dicono anche le regole di esperienza, lo dice il buon senso e la logica, ma l’economia deve correre, la produzione della ricchezza non può interrompersi, altrimenti il consenso della Gente viene meno, si affievolisce, il rischio è quello di perdere il potere, come viene indicato nel lucido, puntuale e scientificamente inoppugnabile studio pubblicato dalla Harward University nel mese di marzo 2020 sugli errori, gravi ed inescusabili, commessi dal Governo italiano nell’affrontare la pandemia.
Ecco alcune delle valutazioni della prestigiosa rivista scientifica: “ciò che è avvenuto in Italia è un fallimento sistematico nell’assorbire e agire rapidamente ed efficacemente in base alle affermazioni esistenti, piuttosto che una completa mancanza di conoscenza di ciò che doveva essere fatto, anche perché c’era già l’esempio della Cina”. IL MOMENTO IDEALE PER L’AZIONE E’ ALL’INIZIO, “quando la minaccia SEMBRA ESSERE piccola o INESISTENTE”. Ed ancora: “Alla fine di febbraio, alcuni importanti leader politici italiani si sono impegnati in strette di mano pubbliche a Milano per sottolineare che l’economia non dovrebbe andare nel panico e fermarsi a causa del coronavirus” (si fa riferimento alla campagna “Milanononsiferma” e al caso di Nicola Zingaretti che organizzò un aperitivo nel centro di Milano per poi risultare, una decina di giorni dopo, positivo al COVID 19). Infine si afferma: “si doveva evitare provvedimenti graduali e di adottare vari decreti (che hanno aumentato la rigidità delle misure progressivamente) azione che non è stata efficace perché, in primis “non era coerente con la rapida diffusione esponenziale del virus”. Occorreva considerare che “I fatti sul campo” non erano predittivi di quale sarebbe stata la situazione pochi giorni dopo. Di conseguenza “l’ITALIA (ovviamente i suoi miopi governanti) HA SEGUITO LA DIFFUSIONE DEL VIRUS PIUTTOSTO CHE PREVENIRLA”.
In secondo luogo, afferma ancora lo studio della Harward University, l’approccio graduale può avere scatenato la reazione eccessiva delle persone, come nel caso (sopra già ricordato) degli esodi dal Nord verso il Sud dell’Italia.
Ma le responsabilità dei ns. vertici politico amministrativi non si fermano qui, perché prima ancora essi avrebbero dovuto rispettare il Piano pluriennale sulla preparazione alle epidemie – pandemie che, dinanzi alle anche solo possibili avvisaglie di virus, a maggior ragione ove mortali, prevede l’immediato potenziamento del sistema sanitario nazionale, l’assunzione di personale e la sua preparazione a gestire l’emergenza, l’approvvigionamento dei beni e dei servizi necessari, o anche solo utili, ad affrontare in maniera efficiente e tempestiva l’arrivo (anche solo eventuale) del virus.
Peraltro, al di là dell’osservanza di regole sacrosante scritte appunto per evitare gli errori e le criticità che l’impreparazione porta sempre con sé, nel caso di specie appariva fin troppo ovvio che si sarebbero presentati problemi gravissimi non solo di assistenza e di cura ai pazienti colpiti dal virus, ma anche dal loro accoglimento nelle strutture che imponeva percorsi ad hoc, ben distinti da quelli per gli altri malati, e personale che avrebbe dovuto essere provvisto dei necessari mezzi di protezione individuale: maschere, guanti, camici, calzari; mentre fondamentale appariva l’ampliamento delle terapie intensive e dei posti da dedicare a coloro che avevano contratto il COVID 19.
Al postutto, qualsiasi buon padre di famiglia avrebbe compreso, dopo avere assistito al collasso degli ospedali in Cina ed alla costruzione di ben due strutture sanitarie in pochi giorni per ospitare un grande numero di ammalati, che occorreva agire subito ed avrebbe posto in essere le attività sopra indicate: invece, nulla di tutto questo è stato fatto, né a dicembre, tanto meno a gennaio e neppure a febbraio: solo alla metà di marzo il Governo si è reso conto – dinanzi ai terribili dati diramati dagli Ospedali, dalle Regioni, dalla Protezione civile che il sistema sanitario era allo stremo e che la gente moriva non solo per il virus ma anche perché non si era in grado di assisterla e curarla: poco personale, pochi posti in terapia intensiva, pochi strumenti a disposizione per i casi più gravi che si presentavano a migliaia, scarsi ed inadeguati mezzi di protezione, pochissimi kit per la rilevazione del COVID 19. Medici ed infermieri che combattono strenuamente, senza mezzi, costretti a scegliere chi curare e chi no, che si ammalano e muoiono anch’essi: questa immane tragedia ha dei responsabili ben precisi e facilmente individuabili, le omissioni del Governo che non ha fatto NULLA tempestivamente, attivandosi quando era troppo tardi; ancora una volta occorre rammentare che le misure sopra descritte sono di PREVENZIONE, dunque devono trovare attuazione IMMEDIATAMENTE, appena si percepisce la minaccia, non quando si è già concretizzata, perché allora le conseguenze saranno molto, molto più pesanti!!
Allo stesso fine di prevenzione, Protocolli rigidissimi avrebbero dovuto essere varati ed imposti alle case di riposo per anziani, solo dalla fine di marzo oggetto di interesse da parte dei mezzi di informazione come luoghi in cui il COVID si è diffuso capillarmente: infatti, essendo ben noto il fatto che il virus colpisce, in netta prevalenza, persone ultrasettantenni, spesso affette anche da altre patologie, era DOVEROSO impartire disposizioni ad hoc per dette strutture che, in Italia, sono NUMEROSISSIME ed accolgono centinaia di migliaia di persone. Sarebbe stato sufficiente imporre sia al personale dipendente che agli ospiti l’esecuzione del tampone per stabilire gli eventuali casi di contagio, ripetendo l’operazione periodicamente, imporre a tutti l’uso di adeguati mezzi di protezione individuale ed impedire il contatto con l’esterno, evitando le visite dei parenti, garantendo il contatto via telematica e telefonica: neppure queste semplici, intuibili misure sono state assunte, con le drammatiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
La domanda, poi, alla quale molti di noi stanno tentando di dare una risposta è la ragione per la quale in Italia la mortalità per il COVID 19 sembra MOLTO più elevata che in qualsiasi altro Paese del Mondo: la risposta è semplice, si sono fatti ed ancora si fanno pochissimi test per rilevare la presenza del virus nella popolazione che è l’unica arma preventiva efficace in quanto permette di isolare gli asintomatici ed evitare che costoro lo diffondano; in effetti, in Italia i portatori sono almeno 15 – 20 volte di più di quello che indicano le statistiche ufficiali, non 240.000, ma due o anche tre milioni. Dunque da noi, invece che prevenire, si subiscono gli effetti del virus con la tragica conseguenza di avere molti più morti ed ammalati. In altri Paesi, invece, è avvenuto il contrario: si sottopone al test larga parte delle persone e questo consente da un lato di isolare i portatori del virus ed evitare contagi capillari, dall’altra di curare per tempo i malati. Non è un caso che in Germania i morti siano 5.000 e non 35.000 come nel ns. Paese (ai quali, secondo le stime dell’INPS, ne vanno aggiunti altri 19.000 che, pur non essendo stati accertati come riconducibili al virus, con elevata probabilità lo sono), che in Russia siano altrettanti. L’importanza della esecuzione dei test, è stata evidenziata dalla Johns Hopkins University (il cui studio è parzialmente riportato nel’articolo apparso alle pagine 1 e 16 del Messaggero del 5 maggio 2020) secondo cui, in una scala da 1 a 5, nella quale uno rappresenta l’esecuzione di tanti tamponi e cinque di pochi, i morti per 1 milione di abitanti sono pari a 19 nel primo caso ed a 294 nel secondo: un tasso di mortalità maggiore di 15 volte ove i test siano esigui. E detto aggettivo è quello che meglio rappresenta la realtà in Italia: appena l’uno per cento della popolazione è stato sottoposto al tampone, dopo quasi cinque mesi dalla comparsa dei primi casi di COVID 19, allucinante !!
LA VERITA’ è CHE IL PERSONALE SANITARIO AVEVA ISTRUZIONI DI ESEGUIRE IL TEST SOLO A CHI PRESENTAVA SINTOMI EVIDENTI ED ERA STATO IN CINA E QUESTO E’ ACCADUTO DURANTE L’INTERO MESE DI FEBBRAIO ed anche per buona parte di quello di marzo 2020, MALGRADO LE PREVISIONI SULLA ESPONENZIALE PROPAGAZIONE DEL VIRUS FOSSERO BEN NOTE, PER ESSERE STATE ANCHE CERTIFICATE DAL PIANO REDATTO DA UN CENTRO DI RICERCA PER CONTO DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’. Il detto piano riferiva, già in data 12 febbraio 2020, che le vittime in Italia sarebbero state decine di migliaia, forse centinaia di migliaia, soprattutto se non si fossero tempestivamente organizzate le strutture ospedaliere: neppure tale fosca, ed oltre tutto specificamente relativa al ns. Paese, previsione, voluta dallo stesso Ministero della Salute, ha indotto il Governo ad agire adeguatamente ed immediatamente (avverbio che deve essere chiarito: l’intervento sarebbe stato comunque tardivo, per quanto già illustrato ma, ove posto in essere a quella data – 12 febbraio 2020 – avrebbe anticipato di ALMENO UN mese le misure poi varate realizzando un più efficace contenimento di quello verificatosi).
Ma nemmeno le misure più semplici, ma di indubbia ed enorme efficacia sono state adottate: così in primo luogo per quanto attiene l’uso della mascherina facciale, introducendo l’obbligo per la popolazione di indossarla. In proposito, tra i numerosi altri, è di indubbio interesse il parere, riportato dal quotidiano il Messaggero del 10 aprile u. s., del prof. Giovanni Galluccio, direttore del reparto di broncopneumologia ed endoscopia toracica dell’ospedale San Camillo di Roma, secondo cui “… TUTTI I CITTADINI DOVREBBERO INDOSSARE LA MASCHERINA, se lo facessero per una forma collettiva di responsabilità, coloro che sono positivi ma non lo sanno NON costituirebbero un rischio per gli altri. Sarebbe più facile arrivare alla fine in attesa di un vaccino …”. E sempre in argomento è stato affermato: “Dovremo investire in educazione, abituarci all’uso delle mascherine. Ne serviranno a milioni …” (dal quotidiano il Messaggero del 5 aprile 2020, che cita le parole del vice ministro della Salute, Pier Paolo Sileri). DUNQUE, ERA BEN NOTA ANCHE AI VERTICI GOVERNATIVI LA NECESSITA’ DELLA MASCHERINA. Tuttavia, almeno fino al 26 aprile, era difficilissimo trovarle. E non si dica che non era possibile rifornirsi tempestivamente di detto strumento, anche invitando le industrie italiane a produrlo.
Un uso che doveva essere reso obbligatorio fin dal primo momento ben conoscendosi le modalità di diffusione del COVID 19 che avviene “Tramite le goccioline che una persona infetta emette respirando, parlando, tossendo e starnutendo. Queste goccioline possono entrare nelle vie aeree di un’altra persona che si trovi a meno di un metro e mezzo di distanza”. Dunque, come negare efficacia alla copertura di naso e bocca, se non affermando fatti non corrispondenti al vero?
In alcun modo si è trasmessa alla popolazione la doverosità di un comportamento di CAUTELA ED ATTENZIONE, EVITANDO ACCURATAMENTE OGNI CONTATTO RAVVICINATO CON GLI ALTRI ED INDOSSANDO COMUNQUE STRUMENTI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, CHE DOVEVANO ESSERE IMMEDIATAMENTE APPRONTATI E DISTRIBUITI. Sta in fatti che, fino all’inizio di marzo, politici, amministratori, personaggi pubblici hanno comunicato alla gente messaggi distensivi, criticando aspramente la necessità di attenzione e cautela che veniva manifestata dagli scienziati: così l’on. le Nicola Zingaretti ripreso da tutti i mezzi d’informazione mentre mangiava e beveva allegramente in compagnia di decine di persone, vicinissime l’una all’altra, senza mascherina facciale, a Milano, una delle grandi città più colpite dal virus, per poi divenire contagiato, comportamenti irresponsabili che hanno contribuito a determinare la catastrofe.
Ne consegue che le responsabilità dei membri del Governo, in particolare del Presidente del Consiglio e del Ministro per la salute, sono lapalissiane ed altrettanto evidente è che le loro omissioni hanno prodotto una catastrofe umanitaria senza precedenti: per questo confido che i reati contestati, quelli di avere contribuito alla diffusione capillare del COVID 19 e di avere determinato la morte di migliaia di persone, siano contestate dalle Procure alle quali ho presentato il mio esposto. Credo che non possano sorgere dubbi sul fatto che anche il disastro economico che ci ha trascinato sull’orlo del baratro ed i cui effetti saranno presenti per anni sia da attribuire, in buona parte, alle medesime omissioni: se il Governo avesse assunto le misure preventive adeguate tempestivamente, la crisi sarebbe stata confinata in arco di tempo molto più breve e con conseguenze ben più modeste di quelle invece createsi.
Come accade in un Paese che scarseggia di effettiva democrazia, i mezzi di informazione sono quasi del tutto influenzati dal sistema di potere e, dunque, non hanno mai parlato di “responsabilità” governative, ma hanno esaltato le azioni, tardive ed inadeguate, dei vertici e si è data la colpa ai Governatori delle Regioni che, per carità, non hanno brillato, ma non possono essere ritenuti responsabili, per esempio, dell’avere omesso il blocco delle frontiere o del non avere imposto la quarantena ai passeggeri che provenivano dalle zone della Cina colpite dal virus, o ancora di non avere chiuso comuni, provincie o Regioni: l’art. 13 della Costituzione lo dice chiaramente ed impone che questi provvedimenti siano assunti con Legge dello Stato o strumenti equivalenti, come il Decreto Legge.
Infine, ho chiesto alle Procure investite della mia denuncia di svolgere le opportune indagini per chiarire l’inquietante video messaggio, che ho ricevuto alcune settimane or sono, relativo ad alcune dichiarazioni rilasciate ai giornalisti dal sig. Beppe Grillo, noto fondatore ed ispiratore del Movimento 5 Stelle, nel quale (siamo ancora al 17 dicembre 2019, nessuno parla di COVID 19, sebbene in Cina sia già presente da oltre un mese, come hanno affermato più fonti) lo si vede indossare la mascherina protettiva e rispondere ai giornalisti, che gli domandavano la ragione, affermando: “per proteggermi dai vostri virus”, ed ancora “vogliono” un po’ di pulizia”, “vogliono rifare la società”, “igienizzarla”. Il video riferisce ancora che, in modo incredibilmente singolare, alcuni giorni dopo, il politico – attore ha annullato gli spettacoli programmati per il mese di marzo, ben 20!! E’ legittimo chiedersi: costui sapeva già dal 17 dicembre 2019 cosa stava accadendo in Cina e lo ha taciuto?!! Chi è la sua fonte e perché non ha reso pubblica la notizia, sono interrogativi ai quali occorre dare risposta.
Confido che la Magistratura svolga il suo fondamentale compito e che Giustizia e Verità prevalgano: il Popolo sofferente lo chiede, i Parenti delle Vittime, distrutti dal dolore, devono sapere perché non potranno rivedere più i loro Cari.