Richiesta urgente ai Ministeri competenti di considerare nelle alleanze, negli accordi commerciali e nella costruzione delle infrastrutture per la rete, la ns. (intesa in senso di Italiana) Società di telecomunicazioni TIM S. p. A.. Grave nocumento all’intero sistema italiano delle telecomunicazioni in caso contrario. Danno evidente e manifesto anche per le imprese detenute dallo Stato, come la Cassa Depositi e Prestiti. Invito al Presidente e all’A.D. della Società ed agli Azionisti di maggioranza di fare quanto possibile per realizzare il detto obiettivo

Egregi Ministri ed egregi Manager e grandi Azionisti della TIM,

Come è ben noto a tutti voi, da tempo lo Stato ha deciso di entrare nella Società TIM al dichiarato fine di preservarne la “italianità” e di assicurare la tutela della “sicurezza nazionale” che sarebbe stata posta indubbio dalle scelte dell’azionista di maggioranza relativa Vivendi SA. La Cassa Depositi e Prestiti, in esecuzione del detto proposito, è intervenuta acquistando azioni fino a raggiungere circa il nove per cento dell’intero capitale, così indicando, in una al Fondo Elliot e ad altri azionisti, il Presidente e l’AD della Società, revocando quelli precedentemente nominati. Tuttavia, le attuali strategie e gli obiettivi dell’Azienda credo siano condivisi da tutti gli Azionisti, come fanno supporre i commenti riportati dalla stampa e gli interventi nelle ultime assemblee.

Una strategia, quella sopra descritta, che non appare affatto in linea con i principi del libero mercato e di libera determinazione dei soggetti, garantiti dai principi generali del ns. Ordinamento, ma che – in astratto – poteva essere giustificata dai richiamati obiettivi.

A questo punto chiunque si sarebbe atteso che lo Stato avrebbe fatto in modo che il suo investimento, come quello di migliaia di piccoli risparmiatori, potesse essere fruttuoso, ponendo la TIM nella condizione di operare al meglio. Invece, si sta verificando l’esatto contrario: si lascia che Open Fiber, della quale lo Stato è azionista di maggioranza assoluta, faccia ogni tipo di concorrenza, anche sleale, alla ns. Società di telecomunicazioni, preferendo alla stessa un operatore francese, la ILIAD, con il quale si sono conclusi, a quanto affermano i giornali, accordi per lo sfruttamento della rete di Open Fiber nella telefonia fissa, che ignorano TIM e favoriscono, appunto, un operatore francese concorrente, determinando danni materiali e d’immagine importanti e non emendabili.

Non è un caso che il valore dell’Azienda sia ai minimi storici e che i tanti piccoli risparmiatori, come lo scrivente, abbiano perso o stiano perdendo buona parte del loro investimento. Nutro seri dubbi che questo comportamento possa difendere la italianità di un’Azienda ritenuta fondamentale per lo Stato e per il Popolo, mentre certamente contribuisce in maniera netta a minarne le capacità imprenditoriali ed a comprimerne il valore.

Tutto ciò non è più tollerabile: o la TIM viene restituita alle Leggi di mercato e, dunque, sottratta all’egida statale, ovvero – coerentemente con i dichiarati fini di garantire la “sicurezza nazionale” ed avere un’efficiente sistema di telecomunicazioni italiano – si consente all’Azienda di lavorare proficuamente. Con la conseguenza che ogni accordo che riguardi il campo operativo del ns. Operatore deve avere quale obiettivo quello di potenziare TIM, non di ostacolarla e penalizzarla, favorendo gli stessi soggetti che si afferma siano pericolosi per la “italianità”.

Sotto il richiamato profilo la unificazione degli sforzi per la realizzazione della rete di connessione a banda larga deve essere attuata al più presto, anzi subito, perché da essa trarrebbero vantaggio non solo le Aziende interessate, ma tutta la Nazione: è assurdo che i due maggiori Operatori italiani debbano farsi concorrenza in ogni modo, duplicare gli investimenti, spesso senza neppure pervenire al migliore risultato, dilapidando miliardi di Euro, laddove potrebbero lavorare insieme, con enormi sinergie che diminuirebbero sensibilmente i costi e darebbero risultati in tempi molto più brevi, realizzando oltre tutto anche l’obiettivo di garantire l’uso della rete a tutti i cittadini.

A detto proposito non può e non deve essere di ostacolo la scelta del soggetto che avrebbe la maggioranza assoluta, comunque i poteri di gestione: essendo due Società partecipate dallo Stato, l’unica soluzione è quella di garantire che sia l’Impresa con maggiore esperienza ed elasticità a gestire la rete, dunque la TIM. Open Fiber avrebbe comunque un ruolo fondamentale nella nuova Entità che consentirebbe di indirizzare le politiche aziendali e di partecipare ad ogni scelta, anche sotto il profilo della “libera concorrenza”, troppo spesso enfatizzato in danno di un progetto di fondamentale importanza per un settore chiave del ns. futuro e della ns. economia.

Mi pare che il sostegno a detta ipotesi non manchi e che anche Beppe Grillo, qualche settimana fa, abbia giustamente e logicamente sostenuto la citata soluzione, tra l’altro evidenziando le inadempienze di Open Fiber nella realizzazione della rete nelle aree in cui si era impegnata a farlo.

Al postutto, non possiamo perdere altro tempo, se non compromettendo l’intero sistema delle telecomunicazioni del ns. Paese, impedendo alla più importante Azienda del settore di sviluppare le tecnologie e le infrastrutture delle quali abbiamo urgente bisogno, anche alla luce degli impegni che andremo ad assumere per ottenere i Fondi europei.

Non voglio pensare al “perseverare diabolicum”: perché insistere nell’agire contro le proprie Aziende, contro gli interessi della Nazione e contro la stessa logica, cui prodest tutto ciò? Cosa diremo ai ns. Cittadini, cosa diremo ai 60 mila Lavoratori della Tim ed alle loro famiglie, quando sarà troppo tardi per porre emenda?

Confido, dunque, in una alle altre migliaia di risparmiatori e di cittadini di questo Paese che il Governo agevoli la detta operazione in tempi brevissimi e che i Vertici della ns. Azienda, come i maggiori Azionisti, pongano in essere ogni sforzo per rendere possibile un accordo storico e fondamentale.

Infine, trattandosi di argomento di elevato interesse per la Collettività, mi auguro che i mezzi di informazione, ai quali anche la presente missiva è diretta, diano ampio spazio per favorire la conoscenza e la valutazione del problema da parte della Pubblica Opinione.

Con i miei migliori saluti

Fabio de Jorio

 

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